Home Eventos RIFLESSIONI DI SERGIO SANZ DOPO ESSERE STATO ARRESTATO IN UN’OPERAZIONE DI POLIZIA CONTRO L’USO DI SOSTANZE SCIAMANICHE NATURALI. Desidero chiarire alcuni dettagli operativi e personali di questo episodio illuminante per la mia vita.

RIFLESSIONI DI SERGIO SANZ DOPO ESSERE STATO ARRESTATO IN UN’OPERAZIONE DI POLIZIA CONTRO L’USO DI SOSTANZE SCIAMANICHE NATURALI. Desidero chiarire alcuni dettagli operativi e personali di questo episodio illuminante per la mia vita.

COME SAREBBE LA VITA SENZA ODIO E RISENTIMENTO?

Con il veleno di una rana amazzonica (Kambó) e un rospo del deserto (Bufo Alvarius) comprendiamo a partire da una coscienza espansa che il rancore è l’unico veleno che uccide l’anima umana.

 

Ieri mentre realizzavamo un laboratorio con uso terapeutico di Bufo Alvarius e Kambó a Mar del Plata, la polizia ha fatto irruzione nel luogo in cui ci trovavamo sequestrando tutto il nostro materiale e portandoci in cella in quanto uno dei test orientativi aveva dato esito positivo per metanfetamina (MDMA, estasi) nel rapé e nel Bufo Alvarius.

Voglio chiarire che nessuno degli strumenti che usiamo nella nostra organizzazione possiede tale sostanza; innanzitutto il rapé non è psicoattivo né entactogeno come l’MDMA; e il Bufo Alvarius possiede una triptamina che si trova già naturalmente nel corpo a differenza dell’MDMA che è una feniletilamina artificiale che non è presente naturalmente nel nostro corpo. La nostra organizzazione non utilizza nulla di illegale, chimico o artificiale. A livello personale in passato ho avuto occasione di provare l’MDMA e conosco i suoi effetti che non sono affatto simili agli effetti prodotti dalle sostanze naturali da noi utilizzate.

Mi hanno detto che realizzeranno test più professionali e approfonditi e non semplicemente orientativi, in quanto si verifica frequentemente il fenomeno del “falso positivo”, ovvero: il test dà risultato positivo per una sostanza illegale non presente nel composto naturale. Secondo questo “falso positivo” che al momento la polizia considera sicuro, rischiamo tra i 5 e i 12 anni di prigione, ma non ho alcun timore o dubbio che tutto si chiarirà perché come vi dico è impossibile che qualcuna delle nostre medicine possieda tale composto chimico. Ci era già successo a Madrid con un collega che portava Ayahuasca dalla Colombia e che era stato arrestato all’aeroporto Adolfo Suárez Barajas di Madrid perché era risultato positivo all’MDMA. È rimasto in carcere vari mesi finché analisi più professionali hanno rilevato che si era trattato di un falso allarme.

Anche il fondatore di questa organizzazione, Inner Mastery International, Alberto Varela, è rimasto in carcere in Spagna per 14 mesi e dopo 3 analisi esaustive l’hanno liberato e assolto, dopo avere verificato in laboratorio che l’Ayahuasca non possedeva alcuna sostanza proibita e non poteva causare danni alla salute.

I componenti che usa la nostra organizzazione sono 100% naturali e dopo essere cucinati o estratti nel loro luogo di origine vengono portati in Spagna dove vengono analizzati in un laboratorio per essere certi che non contengano nessuna sostanza illegale o dannosa. Il Bufo Alvarius è una sostanza che proviene dalle ghiandole di un rospo messicano, che si fuma e che in 10 minuti consente di liberare i sentimenti più puri dell’essere umano, estirpando l’idea dell’errore o della colpa, e permettendo che la nostra essenza si fonda completamente con la Totalità nel sereno abbraccio della Coscienza. È un’esperienza, che come raccontano migliaia di persone, ha il potere di cambiare la percezione di sé stessi e della vita. Il kambó proviene dalle secrezioni di una rana peruviana, e viene applicato su delle piccole bruciature sulla pelle producendo una pulizia delle tossine presenti nel corpo attraverso il sistema linfatico e potenziando al massimo il sistema immunitario e le varie funzioni degli organi. È una bomba di salute e si sta dimostrando l’enorme quantità di malesseri che può curare.

UN VIAGGIO CON DESTINAZIONE ME E TE

Sono appena uscito dal commissariato di Mar del Plata dopo una fredda notte in cella, mi dirigo in autobus verso Buenos Aires seduto al mio posto con un quaderno e una penna come unico bagaglio e viaggiando dentro con la sola bussola del mio cuore e della sua luce, vado verso di te che mi stai leggendo, vado verso di me.

Non sto soffrendo, non c’è in me paura nè alcun segno di colpa o di rabbia per quello che è successo. Questo racconto non parla di eroi o di vittime né di oppressori e rivoluzionari perché in fondo alla mia anima batte forte il sentimento che questo viaggio che chiamiamo Vita lo stiamo facendo tutti insieme verso una stessa direzione, verso l’Unità. Questo è il racconto di come si vede con gli occhi di un bambino una presunta minaccia alla mia libertà, perché mi sono trasformato immediatamente in un bambino quando ho aperto la porta e alla mia testa era puntata una pistola al grido di “polizia antidroga” e da quel momento mi sono aperto a ricevere tutte le comprensioni che sarebbero arrivate.

La notizia che desidero darti è che non vedo malvagità né cattive intenzioni in nessun poliziotto, fiscale o giudice né nelle azioni da loro intraprese. Non percepisco nemmeno alcun segno di vittimismo o sentimento di ingiustizia dentro di me, in quanto non credo più in nessuna di queste cose che mi separavano dagli altri; attaccando gli altri li stavo giudicando  e mi stavo frammentando io dentro. Non devo nemmeno perdonare loro nulla perché quello che hanno fatto proviene dall’ignoranza e dalla disinformazione;  l’incoscienza è innocente, hanno agito senza conoscere realmente queste sostanza naturali sciamaniche provenienti dall’amazzonia, e senza esseri documentati sulle migliaia di testimonianze di persone che nella loro si sono liberate da ogni tipo di conflitto e loop grazie al consumo moderato e consapevole di queste medicine tradizionali indigene. Adesso desideriamo approfittare di tutta questa situazione per far conoscere pubblicamente noi e il nostro lavoro. Dare un’informazione trasparente in merito alla nostra proposta, se i nostri avvocati ci consiglieranno di andarcene dall’Argentina, lo faremo perché non vogliamo metterci contro la legge in nessuno dei paesi in cui siamo presenti e legalmente costituiti.

Qualche mese fa ho preso una decisione radicale, non voglio più farmi del male giudicando o attaccando mentalmente il prossimo, perché in questo modo attacco solo me stesso, per questo ho deciso di esprimere amore sempre e invocarlo in ogni momento per vedere, aldilà di ogni fatto o discussione, l’innocenza del mio prossimo. Me ne sono reso conto ieri notte in cella: “non importa se loro adesso ti percepiscono come colpevole, l’importante è che tu li veda e li senta innocenti, non importa se loro adesso non ti liberano, l’importante è che tu li liberi dentro il tuo cuore” e così in questa connessione il freddo della cella si trasformava in calore e l’amore usciva dalle sbarre della cella perché l’amore è libero e attraversa le barriere, arrivando fino ai più remoti angoli dell’esistenza.

Qui, nel bel mezzo della notte, mentre l’eco di questa presunta condanna di anni rimbombava nella mia testa, ricordavo e mi aprivo al vero significato della parola fiducia, questa porta della liberazione che invita a pensare che tutto quello che succede è esattamente ciò di cui ho bisogno per vedere tutto quello che ostacola la mia libertà interiore e che avere fiducia non è aspettare che si compia immediatamente il desiderio di Sergio, ma è aprirmi a ricevere il desiderio della Vita nei miei confronti. Tuttavia è talmente forte ricordare lì dentro le persone che si amano e che stanno fuori, che a volte inevitabilmente mi usciva una delle mie preghiere di un tempo: “Sia fatta la tua Volontà ma se possibile allontana da me questo calice”.

Lacrime di impotenza scendono dal balcone dei miei occhi quando scrivo queste parole, rilassano il mio volto e portano sollievo al mio cuore mentre mi ricordo del volto del giudice L, che stamattina ci ha lasciato in libertà e da qui la ringrazio per essersi connessa con me aprendomi il suo cuore e per avermi permesso di riflettermi nella trasparenza e innocenza del suo sguardo.

Non sono un martire degli enteogeni né un “sapostolo” (gioco di parole tra sapo-rospo- e apostolo), né sento che l’aver trascorso una notte in cella per restare fedele al cammino che ho scelto, supponga un sacrificio che abbia fatto per gli altri; semplicemente è talmente forte quello che sento, che non posso evitare di condividerlo ed espanderlo, per cui dichiaro che, succeda quel che succeda “seguirò il mio cuore e il mio cammino fino alla fine”. Questo testo non è un pamphlet libertario, è una lettera d’amore per te che mi stai leggendo affinché tu ti possa sentire come me e scoprire che la libertà è una condizione interiore che non dipende da ciò che succede fuori e che l’amore non ha limiti quando ti apri ad amare senza misura, per quanto forte l’ego possa gridare che ti stai prostituendo se non rispondi con rifiuto a chi senti che ti rifiuta. Chiunque rifiuti un’altra persona è perché non si ama, chiunque rifiuti con rabbia è perché si sente colpevole, sente di meritare un castigo e ha paura, per questo passa all’attacco preventivo prima che gli altri lo attacchino. È così che ogni volta che qualcuno mi tratta con indegnità apro il mio cuore e sono in grado di sentire che davanti a me c’è un bambino spaventato.

Dal primo momento in cui la polizia è entrata ci siamo resi disponibili a collaborare totalmente perché la linea che la nostra organizzazione segue è quella di essere totalmente chiari e trasparenti fornendo tutta l’informazione necessaria affinché tutto il mondo possa conoscere in profondità questi temi che adesso sono aggrovigliati in una ragnatela di disinformazione, ed è per questo che sono grato a tutto ciò che è successo perché sento che questa investigazione e queste analisi serviranno a far vedere a tutto il mondo che non c’è alcun pericolo in quello che facciamo, poiché le sostanze che usiamo non producono conseguenze né tantomeno la morte, inoltre non sono nemmeno delle droghe, perché una droga è qualcosa che si usa per fuggire dal sentire ed evadere dalla realtà e non per affrontarla come succede nei nostri incontri. In più queste sostanze non causano dipendenza né tolleranza fisica al punto che ogni volta devi assumere meno quantità per connetterti con te stesso finché arriva un momento in cui si abbandonano tali sostanze naturali perché non sono più necessarie.

La polizia ci ha trattato con molta attenzione e affetto, con molto rispetto e hanno confermato la mia idea che la reale comunicazione va ben oltre le parole e che ci sono nel cuore degli occhi che ti permettono di vedere la vera intenzione e la bellezza dell’essenza di un’altra persona aldilà delle distrazioni concettuali.

Attraverso questo scritto desidero aprire ed estendere questa comunicazione che ho sentito con loro affinché insieme possiamo renderla più forte e tra tutti possiamo comunicare con quell’amore che si trova oltre qualsiasi credenza. Vi invito a venirci a conoscere alle nostre conferenze, laboratori e ritiri per poter scoprire da soli quello che mi ha domandato un poliziotto:

  •  Che vedi quando fumi il Bufo Alvarius?
  • Un mondo innocente, gli ho risposto

Se non vedo colpa in me non potrò vederla in te; se mi risveglio per davvero vedrò l’essere risvegliato che è dentro di te, se sono amore le nubi nere del rancore non mi potranno sopraffare. Come dice un mio amico sciamano: “Se vuoi aiutarmi, vai davanti allo specchio e abbracciati” e da lì ti invito a osservare sentendo tutto quello che pensi di me e lasci che queste parole scorrano nel tuo cuore, poiché non siamo delinquenti né ci dedichiamo a organizzare incontri per drogarci, e nemmeno vendiamo esperienze spirituali, né distribuiamo metanfetamine, ma stiamo realizzando un lavoro di approfondimento terapeutico e spirituale, affinché ognuno possa farsi responsabile delle proprie credenze e ferite e poterle poi dissolvere dentro di sé. È un processo curativo che sta arrivando a migliaia di persone in tutto il mondo. È il modo che ho trovato, e che molti esseri umani stanno trovando, per vivere tutti insieme in pace e senza quell’odio che nasce dall’arroganza.

È giunto il momento per molte persone di smettere di supporre che quello che il prossimo fa o è, senza prima essersi aperti a conoscerlo profondamente, è cattivo o sbagliato. Per questo, tra tante cose, c’è la coscienza: per distinguere, individuare ed eliminare il veleno del rancore.

Sergio Sanz Navarro

[email protected]

 

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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