Home Eventos UNA CROCIATA CONTRO L’AYAHUASCA CHE NON PORTA A NULLA: Alberto Varela e lo staff di Ayahuasca International® testimoniano davanti al giudice.

UNA CROCIATA CONTRO L’AYAHUASCA CHE NON PORTA A NULLA: Alberto Varela e lo staff di Ayahuasca International® testimoniano davanti al giudice.

LA FIGLIA NON ACCETTA DI FARSI MANIPOLARE: LA MADRE LANCIA UNA DENUNCIA PENALE

«M» è una madre ferita che non vuole dire il suo nome ai media. Non ha potuto fermare sua figlia, da quello che racconta, dopo averla quasi persa a causa di un assunzione di Ayahuasca, dunque, basandosi su questa erronea interpretazione, ha deciso di demonizzare me e l’Ayahuasca, denunciandomi alla Corte di Giustizia dell’Uruguay per TRUFFA, SETTA E DROGHE.

 

Questa donna si chiama MARIELA MENDES COSSE, e sua figlia ha assunto Ayahuasca con un altro gruppo, il Santo Daime. Sua figlia non ha mai partecipato ai nostri ritiri, perché ciò è successo molti mesi o anni fa e noi non eravamo presenti in Uruguay, siamo appena arrivati. Da quello che pubblica il quotidiano El País de Uruguay (in fondo il testo completo) risulta evidente che è molto arrabbiata con me, ma nemmeno mi conosce, né tanto meno noi conosciamo sua figlia (anche se la sto cercando per regalarle un ritiro con uso terapeutico di Ayahuasca). L’unica cosa che sa questa madre infelice è che sua figlia ha assunto Ayahuasca e sembra che la ragazza le si sia ribellata un po’, forse perché si è accorta della sua schiavitù, e a sua madre non venne in mente nulla di meglio che arrabbiarsi con l’Ayahuasca e con me.

Per quello che mi concerne, lavoro contro ogni tipo di setta, anche se lei mi definisce un guru a capo di una setta (che non esiste). Sono favorevole alla famiglia e ai vincoli affettivi tra genitori e figli, per questo usiamo la terapia sistemica, proprio per sanare le ferite con i nostri antenati. Amo molto i miei 6 figli e 5 nipoti e investo molte energie nel proteggere e arricchire le relazioni all’interno della mia famiglia e delle famiglie che partecipano ai miei ritiri. A OTTOBRE ORGANIZZERÒ UN RITIRO SOLO PER FAMIGLIE IN URUGUAY E VERRÒ DALLA SPAGNA CON I MIEI FIGLI PER CONDIVIDERE LA MERAVIGLIA DI ESSERE UNITI A PARTIRE DAL RISPETTO E DALLA LIBERTÀ.

D’altro lato, la nostra organizzazione è aziendale e il formato legale è in accordo alle leggi di ogni paese in cui siamo presenti. Abbiamo il sostegno di professionisti della salute, terapeuti esperti con cui realizziamo i ritiri di evoluzione interiore con uso terapeutico di Ayahuasca e altri rimedi sciamanici naturali portati dall’Amazzonia, e abbiamo inoltre l’attenzione di uno staff internazionale di avvocati che ci difendono in questi casi di incomprensioni.

Questa donna ha fatto l’impossibile davanti alla legge e agli organismi dello stato uruguayano per fermare l’arrivo della nostra organizzazione internazionale che fornisce soluzioni reali a migliaia di persone in tutto il mondo, però non ci è riuscita. Nonostante ciò mi ha convocato un giudice di Colonia per testimoniare e sono venuto appositamente dalla Spagna, paese in cui vivo, per dichiarare, con altri testimoni, quali sono le attività che organizziamo.

Da quando questa donna ha saputo che saremmo venuti in Uruguay ha iniziato a minacciarci e attaccarci su tutte le nostre pagine, ha pubblicato insulti su questo blog e poi ha esposto una denuncia infondata. Per questa ragione i nostri avvocati, in questi giorni, inizieranno delle azioni legali nei suoi riguardi, dopo la dichiarazione davanti al giudice.

Da quando abbiamo iniziato a fare ritiri a Colonia, in Uruguay, la polizia ci ha amabilmente visitato nel luogo in cui realizziamo i ritiri, abbiamo consegnato dei campioni delle sostanze che usiamo e queste sono state analizzate dando esito negativo (che non sono droghe illegali), e abbiamo inoltre invitato la polizia a tornare quante volte volevano e poter entrare a qualsiasi ora al nostro ritiro, dal momento che non abbiamo nulla da nascondere.


MESSAGGIO DI MARIELA MENDES COSSE (Uruguay) inviato da Facebook al mio Messenger personale:

Non venire in Uruguay con la tua filosofia, quasi uccidi mia figlia, ti avviso: l’Ayahuasca è illegale in Uruguay. Per poco non perdo mia figlia, e in parte già l’ho persa; vattene in Amazzonia con la tua filosofia, non qui, NON IN URUGUAY. Mi hai bloccato da tutte le tue pagine. Vattene lontano dall’ Uruguay con l’Ayahuasca, è ILLEGALE, hai capito: È ILLEGALE, NON INTERNAZIONALE, QUI È ILLEGALE.

8 APRILE 2017 1:55


Ciao mariela, l’ayahuasca non è illegale in uruguay. Se per poco non perdi tua figlia è perché non è la sua vita che ha corso un pericolo quanto il controllo che tu avevi su di lei. Ti abbiamo bloccato dalle nostre pagine per via delle tue minacce e dei giudizi infondati su di noi.

UNA DONNA RISENTITA PER UN’IDEA CONTRO L’AYAHUASCA, SE LA PRENDE CON ALBERTO VARELA E L’ORGANIZZAZIONE AYAHUASCA INTERNATIONAL®

In questo testo si può vedere il tremendo sforzo che questa donna sta facendo per vendicarsi di qualcuno che non esiste. È evidente che né la legge né le autorità possono sostenere una tale inquietudine nevrotica priva di qualsiasi prova o fondamento legale.

ARTICOLO DEL QUOTIDIANO “EL PAÍS” DE URUGUAY 

Il quotidiano uruguayano El País ha pubblicato alcune informazioni che, sotto il titolo “Lanciano una crociata contro l’Ayahuasca”, e con la firma di Juan Estolari, evidenziano un’allerta sulla presenza in Uruguay della setta Ayahuasca International®, il cui leader – un “guru” argentino dai dubbi trascorsi – aveva in programma di celebrare una cerimonia lo scorso 25 maggio nella località di Colonia del Sacramento.

L’autrice della denuncia, che ha chiesto di non essere identificata (qui è presentata con l’iniziale M.) ha bombardato le autorità allertando con varie lettere circa la pericolosità di questa setta che “si maschera da terapia curativa”, secondo le sue parole.

Vediamo una di queste lettere:

[box type=”note” width=”100%” ]Cari: Comando di Polizia, Narcotici, Interpol e Ministero della Salute Pubblica.

Con la presente, sollevo una denuncia di investigazione personale che ho fatto questi giorni dopo la notizia di una conferenza che una setta chiamata Ayahuasca Internacional terrà in Uruguay. La signora Alicia Pla, con cui ho avuto il piacere di parlare per telefono qualche giorno fa, è l’incaricata di definire le sostanze tossiche. Dice che l’ayahuasca è illegale nel nostro paese in quanto contiene DMT (dimetiltriptamina) e che devono mandarle una denuncia affinché lei riconosca l’ayahuasca come una droga illegale e venga proibita in giudizio. Per tanto, sollecito urgentemente che si impedisca la conferenza di Ayahuasca Internacional in Uruguay e in tutti i paesi in cui è proibita. Questa setta opera in più di 100 paesi e il suo direttore, Alberto Jose Varela, ha precedenti penali in Spagna per questo motivo. Questo tipo di movimento è una truffa e non solo questo, ammala chi lo segue, fino a fargli rischiare la morte. 5 giorni fa ho parlato per telefono con il sottocommissario Ramos, della Narcotici di Montevideo. In quel momento il sottocommissario mi ha detto che non sapeva se fosse competenza della Narcotici, ma continuo ad aspettare la sua risposta.

Nulla da aggiungere, M.[/box]

Non solo si è messa in contatto con le forze dell’ordine e con i responsabili della Sanità. La sua campagna di allerta è arrivata al direttore nazionale della Giunta Narcotici, Diego Olivera, a cui, stanca di non ricevere risposte ufficiali, ha scritto la seguente lettera.

[box type=”note” width=”100%” ]Con mio massimo rispetto:

Mi dispiace aver dovuto mettermi in contatto con il Pro segretario della Presidenza affinché lei venisse informato. Non ho mai ricevuto una nota di ricezione da parte di nessuno della Giunta. L’impresa è stata molto stancante, e ancora lo è. Infinite chiamate telefoniche al Comando, ai Narcotici, a Interpol, e finora non ho avuto risposta. Sono sfinita e stressata, come lavoratrice sociale, umanista e cittadina, da tutto ciò che ho dovuto vivere per farvi arrivare un’informazione che già avreste dovuto avere.

Nulla da aggiungere, M[/box]

 

Finalmente, il direttore nazionale della Giunta Narcotici le ha risposto ciò che segue:

[box type=”note” width=”100%” ]Cara Signora M.

Prima di tutto, grazie per la sua comunicazione. Ci uniscono le stesse preoccupazioni (che nel nostro caso sono responsabilità): lavorare per il benessere sociale e la salute pubblica. Ho seguito con attenzione quello che ci ha scritto e ho dato disposizioni affinché rappresentanti della Salute Pubblica e della Giunta Droga si riunissero con lei per approfondire il dialogo.

Due aspetti importanti: 1) come qualsiasi consumo di droga, l’Ayahuasca ha rischi e danni per la salute associati al suo consumo. 2) il consumo di droghe in Uruguay non è un atto passibile di sanzione penale. In questo contesto, conti sulla nostra massima collaborazione per allertare e prevenire sugli effetti nocivi che questo consumo può avere sulla salute della popolazione (…). Nel nostro paese non abbiamo una legislazione che sottometta a fiscalizzazione il preparato chiamato “Ayahuasca”. Ciò non implica che, come istituzioni specializzate non possiamo fare nulla. È di nostra competenza lavorare per promuovere la salute, evitare i danni e ridurre il consumo problematico di ogni tipo di sostanza chimica o vegetale che possa danneggiare le persone. È inoltre di nostra competenza ascoltare le diverse opinioni e voci che esistono nella nostra società e la sua è una di queste e di certo molto importante.

Cordiali Saluti,

Lic. TS Diego Martín Olivera. Secretario General. Junta Nacional de Drogas [/box]

 

Quindi, la denunciante si è rivolta al più alto rappresentante del paese, il presidente della Repubblica Orientale d’Uruguay, Tabaré Vázquez. Questo è stato ciò che gli ha scritto:

[box type=”note” width=”100%” ]Con la mia massima considerazione:

con il massimo rispetto che merita le sollecito che intervenga urgentemente. NON PERMETTA PIÙ DROGA NELLA NOSTRA SOCIETÀ. Come cittadina, ho fatto quello che mi spettava di fronte a questa informazione che ho visto in rete. È necessario che non permetta l’entrata in Uruguay di Ayahuasca Internatìcional, setta che lavora in 100 paesi mascherata con argomenti di sanazione. Sr. Presidente. Io l’ho votata, sono figlia di un Tupa, lavoro per la mia comunità per il bene della mia società e del futuro dei nostri figli. Allego tutta la ricerca inerente e la denuncia. Sono molto triste, tutti fanno orecchie da mercante e questo è molto grave.

Nulla da aggiungere, M[/box]

 

Dopo tutti questi tentativi di muovere la macchina dello Stato di Diritto, la cittadina uruguayana ha contattato per telefono il quotidiano El País, segnalando che era «per un fatto molto importante che riguardava la setta Ayahuasca Internacional. Il direttore di questo gruppo, un furfante argentino, il 25 maggio ha organizzato un ritiro a Colonia de Sacramento»

Secondo quello che ha comunicato al quotidiano uruguayano, «ho già allertato le autorità, però non mi danno retta. Voglio che dichiarino illegale l’ayahuasca, è una droga che produce alterazioni di coscienza e allucinazioni. In Uruguay ha già provocato quattro morti. Mia figlia anche ne è stata vittima. L’hanno portata nella setta ma l’ho potuta salvare. L’ho presa in tempo ma non è rimasta uguale. Non è più la stessa»

Alle domande sul leader della setta, segnala che «si chiama Alberto José Varela. Ha un blog e una pagina Facebook sulla sua falsa attività curativa. Vi manderò tutta la documentazione che ho e le lettere che ho mandato al governo, alla Narcotici e alla Presidenza. Credete di poter fare qualcosa?» La risposta del quotidiano è stata pubblicare tutta questa informazione e allertare la popolazione.

Varela e i suoi complici dicono di essere perseguitati in Europa. “In soli 45 giorni due interventi della polizia contro Ayahuasca Internacional. Il primo a Berlino e adesso a Colonia. Con operativi di dozzine di poliziotti a impedire che le persone consumino Ayahuasca per la loro sanazione. Ci perseguitano come se fossimo delinquenti”, racconta Alberto José Varela nel suo blog. “9 anni fa è successo in Spagna, dove si iniziò una campagna di persecuzione con oltre 100 operativi e giudizi a persone che possedevano Ayahuasca o che la ricevevano per posta”.

Categorie : Ayahuasca

NOTIZIA ORIGINALE DEL QUOTIDIANO EL PAIS:

http://www.elpais.com.uy/informacion/lanzan-cruzada-contra-ayahuasca.html


PROPONIAMO A TUTTE LE AUTORITÀ, E A TUTTE LE PERSONE CHE DESIDERANO VEDERE COM’È IL NOSTRO LAVORO, DI PARTECIPARE  A UNO DEI NOSTRI RITIRI. QUELLO DI LUGLIO È AL COMPLETO. PER AGOSTO CI SONO ANCORA DEI POSTI LIBERI.

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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